Martina Franca: Società Civile, Politica e Sanità a confronto
27 luglio, nell’ambito della Summer School di Economia Civile di Martina Franca (TA)
Per la scuola hanno partecipato Luigino Bruni e Johnny Dotti, presidente di Welfare Italia, per le istituzioni l’On. Savino Pezzotta parlamentare dell’UDC, e l’on. Stefano Graziano parlamentare del Partito Democratico e membro della Commissione Finanze e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. tavola
Il Ministro della Salute Renato Balduzzi, che doveva essere presente, è stato trattenuto a Roma per lo svolgimento del Consiglio dei Ministri, ma ha inviato un saluto in cui si è detto: “lieto di constatare come questo percorso formativo dia fondamento alla speranza che le parole dono, gratuità, centralità della
persona, possano divenire fattore di competitività ed innovazione economica e che possano guidare gli imprenditori di domani a creare un nuovo modello di sviluppo e di impresa. Dobbiamo cogliere l’attuale contesto come opportunità per il rinnovamento per costruire una civiltà solidale, per rinnovare nei servizi lo spirito del dialogo che si radica nella abnegazione , nella capacità di ascolto e nella presa in carico. Auspico pertanto per noi tutti, ovunque siamo chiamati ad operare, un lavoro professionale, civile, politico capace di coniugare il necessario realismo con ‘attenzione e il rispetto alla persona.”
Il delicato tema dei rapporti tra società civile, politica e sanità è stato il fulcro di questo confronto.
Luigino Bruni ha preso ad esempio la 120725-29_Summer_Taranto_07_riddifficile situazione tarantina (specchio di quella nazionale) nella quale in questi giorni si sta manifestando una crisi profonda che mette in discussione il patto sociale, rischiando di spostare il conflitto all’interno della famiglia: da una parte il lavoratore sente di dover combattere per il proprio diritto al lavoro e dall’altre la sua famiglia chiede il diritto alla salute. Il tema dei beni comuni ci porta a riflettere sul concetto di ambiente come bene comune e di consumo comune dello stesso, col rischio di ‘distruzione’ del bene comune. Bisogna ripensare la finanza in un’ottica sociale e non più speculativa se si vuole percorrere la strada della democrazia, ripartendo da una economia sostanziale e sociale che riveda innanzitutto la figura dell’imprenditore nuovo, non più sfruttatore ma lavoratore lui stesso, impegnato nella costruzione del ben-essere comune, con motivazioni più alte del mero profitto e innovando processi e prodotti.
Johnny Dotti ha portato fortemente l’attenzione sulla necessità di far cambiare l’immaginario comune, affermando che per uscire dall’attuale crisi del settore è necessario far nascere l’idea del nuovo welfare, per sostituire all’idea ormai radicata del welfare ‘erogato’ come fosse acqua che puoi prendere dal rubinetto, dal momento che l’hai pagata con l’imposta come un diritto collettivo (e invece ha prodotto una dispersione delle risorse pubbliche al punto che l’80% delle risorse regionali viene risucchiato solo per servizi sanitari). La scommessa da vincere, dunque, non è la corsa alla quantità, alla prestazione a tutti i costi e fine a se stessa, bensì alla qualità, ovvero alla generatività di senso di cui riempire i legami che si vanno a comporre.
Le frizzanti provocazioni sul ruolo della politica hanno animato il dibattito, aprendo la strada all’intervento dell’on. Pezzotta, il quale ha sottolineato fortemente e a più riprese la sua reale preoccupazione sul futuro del Paese, affermando che in questo momento non possiamo far altro che limitare i danni, chiedendo ai convenuti di essere realisti e affrontare le questioni con la consapevolezza che la fase di crisi che stiamo attraversando impone un forte senso di realtà prima dell’affermazione di ciò che si vuole realizzare.
L’on. Graziano ha affermato che è già in atto una transizione dal welfare state al welfare civile, che non implica l’abbandono della tutela dei diritti, ma un ruolo accresciuto della società rispetto alla pubblica amministrazione, con l’effetto positivo della riduzione della pressione del sistema di welfare sulle finanze pubbliche e della creazione di un tessuto sociale più esteso. Ma urge un welfare State che, fondandosi sull’economia sociale, sulla cooperazione e sulla sussidiarietà, sia in grado di compensare gli squilibri aggravatisi negli ultimi anni, avvalorando il concetto di sussidiarietà. In molti casi, il coinvolgimento diretto degli interessati, organizzati in forma cooperativa, è stato in grado di dare risposta alle esigenze e ai bisogni laddove risultano evidenti i fallimenti e i limiti dello Stato, aprendo nuovi spazi di sviluppo del Credito cooperativo per sostenere le PMI e le famiglie, le imprese e le organizzazioni non profit nel mezzo della crisi; sono nate così banche cooperative e mutualistiche, nate dal basso e senza scopo di lucro, mostrando la modernità della forma cooperativa basata sui principi della solidarietà e della democrazia, anche in banca. Così anche l’Housing sociale si dimostra una soluzione sostenibile che istituzioni e operatori del settore immobiliare stanno adottando per soddisfare i bisogni abitativi delle fasce più deboli della popolazione. L’abitare sociale è anche una straordinaria opportunità di ampliamento delle prospettive di sviluppo imprenditoriale e di promozione della green economy. L’economia sociale per prosperare e sviluppare tutto il suo potenziale deve poter beneficiare di premesse e condizioni politiche, legislative e operative adeguate: come forme di imprenditorialità per i giovani che vogliano intraprendere in campo sociale – prevedere agevolazioni fiscali assenti nella legge istitutiva dell’impresa sociale; forme di accesso agevolato al credito per l’impresa sociale; sviluppo del microcredito e misure per la sua promozione e diffusione; previsione di sgravi fiscali alle imprese sociali (sull’esempio dei benefici previsti per le onlus).
L’evento aveva lo scopo di arricchire il percorso scientifico della Summer School con un incontro speciale con parlamentari di diversi schieramenti, oltre ad essere un’occasione di grande rilievo per la cittadinanza e le istituzioni locali. La Tavola rotonda era infatti aperta al pubblico, per un confronto a vasto raggio che ha toccato temi sensibili come i beni comuni, la sanità e l’ambiente. Vi hanno preso parte il vice presidente di Confindustria di Taranto, Pietro Chirulli, il Vicario episcopale Mons.Emanuele Tagliente, Giovanni Carriero della Confartigianato di Martina Franca, Giuseppe Pace, assessore alle politiche del lavoro e formazione professionale della provincia di Brindisi, Rosa Maria Ladiana della casa di cura Villa Verde di Taranto, mentre molti amici non hanno potuto raggiungere il luogo dell’incontro a causa della manifestazione allora in corso sulle strade della città di Taranto.
Il pubblico presente è intervenuto con ulteriori provocazioni e sollecitazioni, sia rivolte ai giovani studenti della scuola per incentivarli ad essere propositivi nello spirito dell’impresa civile, sia per i relatori intervenuti, i quali hanno concluso il dibattito riprendendo i temi della ‘nuova’ impresa basata su nuovi modelli relazionali e sulla costruzione di rapporti di fiducia.
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